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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato a Piacenza il 22 febbraio 1920, studente di Economia all’Università Cattolica di Milano, attivo nell’associazionismo cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu richiamato alle armi e assegnato al 1° reggimento di fanteria della brigata “Re” a Cividale del Friuli. Dopo l’8 settembre 1943 decise di passare nelle file della Resistenza e divenne comandante del Battaglione “Pisacane” presente nei dintorni di Gemona. In seguito aderì al Battaglione “Mazzini” attivo sul Collio e nella primavera 1944 ottenne il comando del Battaglione “Mameli” mentre in maggio divenne vicecomandante della Brigata “Garibaldi-Friuli”. Nell’agosto 1944, invece, divenne comandante della Brigata “Tagliamento” attiva nelle Prealpi Carniche. Nel novembre di quell’anno “Battisti” (che nel frattempo aveva deciso di aderire al PCI), insieme alla sua brigata furono circondati dal battaglione “Valanga” della X MAS nei pressi di Tramonti di Sotto, in Carnia. Nello scontro che ne seguì egli e la sua compagna Jole De Cilla “Paola” rimasero senza munizioni e decisero di suicidarsi con le ultime pallottole ancora in loro possesso pur di non cadere prigionieri. Era il 9 dicembre 1944.

Bibliografia

  • G.C. Bertuzzi, voce Giannino Bosi, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

Giannino Bosi (dal sito MediaArchiveFVG, codice fotografia FFANPIUD_1029. Archivio fotografico della sezione ANPI di Udine)