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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nata a Trieste il 14 marzo 1902 in una famiglia slovena della classe operaia, aderì al PCd’I già nel 1921. Nel 1927 fu arrestata e condannata a due anni di carcere e altrettanti di vigilanza speciale. Cinque anni dopo espatriò clandestinamente in Francia, dove si inserì nell’ambiente dell’emigrazione comunista italiana collaborando attivamente, tra l’altro, alla pubblicazione del periodico “Noi Donne”. Nel 1939, tornata in Italia, fu individuata e arrestata a Genova e l’anno seguente fu condannata dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a 16 anni di carcere. A seguito dell’armistizio ritornò a Trieste e collaborò col gruppo dirigente guidato da Luigi Frausin alla lotta partigiana nella Venezia Giulia e in Slovenia, dove ottenne il grado di tenente dal CLN del Triveneto visto il suo ruolo nell’organizzazione resistenziale italiana. Nel dopoguerra fece parte del comitato dirigente del Partito Comunista della Regione Giulia e poi del PCI sposando la linea pro-staliniana promossa dal suo segretario Vittorio Vidali e fu tra le fondatrici dell’Unione delle Donne Antifasciste Italiane e Slave. Fu anche consigliera comunale a Trieste (1955-1964) e deputata al Parlamento (1963-1968). Morì a Trieste il 1° marzo 1993.

Bibliografia

  • M. Rossi, voce Maria Bernetič, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

  • E. Miletto, Le due Marie. Vite sulla frontiera orientale d’Italia, Scholé, Brescia 2022

Maria Bernetič  (da anppia.it