ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI
Nato a Muggia (Trieste) il 21 giugno 1898, carpentiere, aderì alla gioventù socialista e nel 1921 al PCd’I, di cui divenne ben presto uno dei dirigenti a livello locale e nazionale nella seconda metà degli anni Venti, dopo essere emigrato dapprima a Vienna, poi in Lussemburgo e infine in Francia. Nel 1930 tornò in Italia per cercare di ricostituire il Centro interno del partito. Individuato e arrestato nel 1932, fu condannato dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a dodici anni di carcere, parte dei quali scontati al confino a Lipari e a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo tornò a Trieste e sostituì Davilla (Vincenzo Marcon) alla guida della federazione comunista giuliana cambiandone la linea politica in senso decisamente ciellenistico. Ciò provocò contrasti con l’OF e il KPS specialmente in merito all’appartenenza statuale di Trieste e delle città costiere dell’Istria, di cui la direzione Frausin rivendicò l’italianità e la necessità di rimandare a un referendum postbellico l’appartenenza statuaria di tali terre. Nel 1944 fu nominato presidente del Comitato antifascista di coordinamento creato a seguito degli accordi stipulati tra il CLNAI e l’OF. Poté ricoprire questa carica soltanto per poco tempo dato che il 24 agosto 1944 fu arrestato dall’Ispettorato Speciale di PS grazie al ruolo determinante di un triplo agente cetnico, Slavko Zovič, al soldo dapprima del VOS, quindi della GeStaPo e del DOS. Morì nella Risiera di San Sabba ai primi di dicembre 1944.
Bibliografia
- Spriano, Storia del Partito comunista italiano, voll. II-V, Einaudi, Torino 1969-1975, ad nomen
- Karlsen, L.G. Manenti, «Si soffre ma si tace». Luigi Frausin, Natale Kolarič: comunisti e resistenti, IRSREC FVG, Trieste 2019
- P. Karlsen, voce Luigi Frausin, in Id. (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022