Gueli Giuseppe

Nato nel 1887 a Ribera (Girgenti, oggi Agrigento), nel 1909 divenne agente di Pubblica Sicurezza.
Fino al 1926 lavorò in Sicilia (salvo una breve parentesi bolognese nel 1921), dove si distinse nella lotta alla mafia. Nel 1927, dopo un’altra breve parentesi (questa a Gerace Marina, in Calabria), fu trasferito a Bolzano, dove rimase fino al 1933 come direttore della locale sezione della Divisione polizia di frontiera.
In quell’anno tornò in Sicilia per dirigere il neocostituito Ispettorato Generale di PS per la Sicilia, un corpo interforze creato per combattere la mafia.
Nel 1939 fu inviato in Albania come consigliere permanente presso il locale corpo di polizia mentre nel 1942 fu posto a capo del neonato Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia, fondato su modello dell’ispettorato attivo in Sicilia e per questo affidato a Gueli.
Il nuovo corpo aveva, come compito, quello di combattere il “banditismo” ovvero la Resistenza.
Dopo la caduta di Mussolini fu convocato a Roma per organizzare la prigionia dell’ex Duce, quindi, costituito l’OZAK, fu richiamato a Trieste per continuare a dirigere l’Ispettorato, ora posto sotto le dipendenze fattuali delle SS. Dopo la guerra fu condannato dalla Corte d’assise straordinaria di Trieste a otto anni di reclusione per collaborazionismo; la condanna fu dichiarata estinta a seguito dell’amnistia varata nel giugno 1946 dal ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti. Ritiratosi a vita privata a Taormina, Gueli morì pochi anni dopo, nel maggio 1951.