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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nata a Trieste il 26 aprile 1925, lavorò come operaia nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico a Monfalcone, dove conobbe i fratelli Fontanot, con cui instaurò un solido legame.
Alla fine degli anni Trenta collaborò col Soccorso Rosso Internazionale per fornire supporto agli antifascisti dell’area, costretti alla clandestinità.
L’impegno si intensificò fino al suo arresto, avvenuto nel luglio 1943.
A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 la Peteani tornò in libertà e fu attiva dapprima nella BrigataProletaria, poi nel battaglione “Triestino del Carso”.
Nel febbraio 1944 fu arrestata dalle SS e condotta nel carcere triestino del Coroneo, da cui fu trasferita ad Auschwitz nel maggio 1944. Cinque mesi dopo fu trasferita nel campo di Ravensbrück e poi nel sottocampo di Eberswalde. Mentre stava per essere trasferita nuovamente a Ravensbrück riuscì a fuggire e a intraprendere un viaggio attraverso Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia che la ricondusse a Ronchi dei Legionari.
Nel dopoguerra si trasferì a Trieste, dove lavorò come ostetrica e fu attiva nelle file del PCI.
Morì a Trieste il 3 gennaio 2003.

Bibliografia

  • Di Gianantonio, G. Peteani, Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale. Una vita per la libertà, Mursia, Milano 2011

  • A. Di Gianantonio, voce Ondina Peteani, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

Ondina Peteani nel 1943 (per gentile concessione di Gianni Peteani)