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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato a Muggia (Trieste) il 18 febbraio 1910, fornaio, aderì sedicenne alla locale cellula clandestina del PCd’I.
Nel 1929 espatriò in Francia e si inserì nell’emigrazione antifascista italiana a Parigi.
Nel 1930, espulso dalla Francia, si trasferì in Lussemburgo mentre nel settembre 1936 giunse in Spagna per partecipare alla guerra civile, inquadrato nella centuria “Gastone Sozzi”.
Due mesi dopo, ferito, ritornò in Francia e da lì emigrò in Unione Sovietica per curarsi e frequentare una scuola militare.
Nel 1938, nuovamente in Francia, fu catturato e internato nel campo di Gueret, nella Nuova Aquitania, mentre tre anni dopo fu tradotto al confino di Ventotene.
Durante la Resistenza, ritornato a Trieste, partecipò attivamente alla ricostituzione del PCI nella Venezia Giulia e nella primavera 1944 divenne comandante della Brigata “Garibaldi-Friuli”, che nell’estate di quell’anno divenne divisione e poi gruppo di divisioni comprendente 18.000 combattenti di cui 900 donne. Dopo la guerra divenne un alto funzionario del PCI nella Venezia Giulia ma nel 1950 fu arrestato per i “fatti” di Porzûs. Incarcerato per quasi due anni, fu assolto in primo e secondo grado.
Nel 1957 la Cassazione ordinò di riaprire il processo a Perugia e Zocchi fu in quella sede condannato ma due anni dopo un decreto governativo sancì un’amnistia per i reati politici.
Si trasferì quindi a Roma dove divenne dirigente dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti.
Morì a Roma il 27 ottobre 1977.

Bibliografia

  • A. Di Gianantonio, voce Lino Zocchi, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

Lino Zocchi,  ACS, MI, DGPS, AAGGRR, CPC, b. 5587, fasc. “Zocchi Lino” (aut. n. 1959/2024)