ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI
Nata nel quartiere di Servola a Trieste nel 1907 in una famiglia di classe operaia, sarta, fu attiva nelle file clandestine del PCd’I dal 1939 come staffetta. Sembra che abbia maturato la sua adesione a tale partito per seguire l’esempio del fratello Carlo specialmente dopo il suo arresto. A seguito del rientro da Ventotene del nuovo gruppo dirigente comunista giuliano capitanato da Luigi Frausin, Casali fu nominata responsabile del Soccorso Rosso nella cantieristica triestina, muggesana e monfalconese. Per tale ragione collaborò assiduamente col gruppo di donne attive al cantiere “San Rocco” di Muggia guidate da Alma Vivoda. Arrestata nel gennaio 1945, riuscì a sopravvivere alle torture e alla detenzione. Dopo la guerra fu attiva nel movimento femminile a livello locale e fu tra le promotrici dell’Unione delle Donne Antifasciste Italiane e Slovene, di cui fu eletta presidente nel 1948.
Bibliografia
- M. Rossi, voce Maria Barut Casali, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022