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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato a Brindisi il 5 febbraio 1901, operaio edile, membro della Confederazione Generale del Lavoro (di cui divenne un dirigente in esilio a Parigi negli anni Trenta), del PSI e dal 1921 del PCd’I. Costretto a esiliare in quanto antifascista, visse dapprima in Francia e poi in Unione Sovietica. Ritornato in Italia per conto del partito nel 1933 per contribuire alla costituzione del Centro interno, fu individuato, arrestato e condannato a vent’anni di reclusione. Ne trascorse cinque a Civitavecchia; a seguito di un condono fu inviato al confino a Ustica e poi nel campo di internamento di Anghiari (Arezzo). Dopo l’8 settembre 1943 raggiunse l’Istria e gestì il processo di inserimento dei comunisti italiani lì presenti nelle file del KPH. Nel maggio 1944 fu chiamato a Trieste a coadiuvare Luigi Frausin alla guida del comitato federale giuliano del PCI. Dopo l’arresto di Frausin in agosto, Gigante gli succedé e proseguì lungo il solco tracciato dal suo predecessore: mantenimento del PCI nel CLN, collaborazione paritetica coi comunisti sloveni nel Comitato antifascista di coordinamento, rinvio al dopoguerra delle discussioni sulla demarcazione del confine. Nonostante le sollecitazioni dai vertici del PCI ad abbandonare Trieste e riparare a Udine, Gigante rimase in loco e fu arrestato dall’Ispettorato Speciale di PS. Morì nella Risiera di San Sabba nel novembre 1944.

Bibliografia

  • C. Pasimeni, Lotta al fascismo all’ombra di Stalin. La militanza di Vincenzo Antonio Gigante, Argo, Lecce 2009; P. Karlsen, voce Antonio Gigante, in Id. (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

Vincenzo Antonio Gigante, ACS, MI, DGPS, AAGGRR, CPC, b. 2405, fasc. “Gigante Vincenzo Antonio” (aut. n. 1959/2024)