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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato a Spalato (Austria-Ungheria, oggi Croazia) il 12 aprile 1880 da madre croata e padre italiano.
Mazziniano, partecipò da giovane a moti rivoluzionari in Serbia e in Ucraina.
Giunto a Trieste, vi si fermò fino al 1914 in quanto aveva conosciuto la sua futura moglie.
Durante la Prima Guerra Mondiale fu assegnato a un corpo della marina austro-ungarica di stanza a Pola, dove contribuì alla formazione di un movimento rivoluzionario che sostenne la rivolta di Cattaro, piazzaforte austroungarica.
Nell’ottobre 1918, a Trieste, partecipò all’insurrezione antiaustriaca.
Nel 1932 si avvicinò ai repubblicani e al nucleo di GL presente clandestinamente a Trieste; per tale ragione fu arrestato e inviato al confino a Ponza, da dove ritornò nel 1935.
In seguito si trasferì a Roma, dove per la sua attività antifascista fu nuovamente arrestato e destinato al confino alle isole Tremiti e poi a Ventotene, dove strinse rapporti con Altiero Spinelli e Luigi Frausin e riorganizzò la biblioteca del confino. Dopo il 25 luglio 1943 riuscì a ritornare a Trieste, dove divenne promotore dell’associazione Trieste libera che propugnava la nascita di uno stato giuliano indipendente, concepito come unica soluzione per conciliare gli interessi nazionali italiani e slavi. Arrestato insieme alla moglie Angela Rosa Fauzza e ai figli Alice e Sigfrido dall’Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia, fu rinchiuso al Coroneo, da dove fu prelevato il 28 aprile 1945 per essere giustiziato (insieme ad altri 14 detenuti) al poligono di tiro di Opicina in reazione alla strage ivi avvenuta in quello stesso mese.

Bibliografia

  • Todero, voce Mario Maovaz, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022

  • R. Spazzali, Il bibliotecario di Ventotene. Mario Maovaz: un rivoluzionario per l’Europa dei popoli e l’autonomismo triestino, IRSML FVG, Trieste 2017