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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato a Capodistria (Austria-Ungheria, oggi Slovenia) il 28 ottobre 1905, ordinato sacerdote nel luglio 1932, durante il fascismo si distinse per l’indirizzo (non apertamente antifascista ma neanche filo-fascista) seguito dal settimanale diocesano “Vita nuova”, che lui diresse dal 1938 al 1939.
Dopo l’8 settembre 1943 cercò di promuovere l’adesione attiva dei cattolici alla Resistenza fornendo in prima persona l’esempio, stante il benestare del vescovo di Trieste Antonio Santin.
Marzari fu nominato presidente del CLN giuliano nel giugno 1944 su iniziativa del segretario della federazione comunista giuliana Luigi Frausin dato il prestigio di cui Marzari godeva nell’ambiente antifascista triestino e giuliano.
Nel gennaio 1945 fu individuato e arrestato dai tedeschi. Torturato dagli agenti dell’Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia, evitò la deportazione grazie all’intercessione di mons. Santin e fu liberato grazie a un raid compiuto da un commando partigiano guidato da Marcello Spaccini. Ritornato a capo del CLN, ordinò l’insurrezione generale il 30 aprile 1945. Nell’immediato dopoguerra, ritornato in clandestinità (come gli altri membri del CLN), riuscì a fuggire da Trieste e a raggiungere Roma.
Terminata l’occupazione jugoslava di Trieste, poté farvi ritorno e si prodigò nell’associazionismo cattolico. Morì a Trieste il 6 giugno 1973.

Bibliografia

  • Spazzali, scheda Don Edoardo Marzari, in L. Felician et al. (a cura di), La Resistenza patriottica a Trieste (1943-1945), LEG, Gorizia 2009, pp. 96-99

  • R. Pupo, voce Edoardo Marzari, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022