ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI
Nato a Udine il 12 novembre 1912, operaio dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone, comunista.
Nel 1933 sposò Pina Giorgi, sorella di Luigia, moglie di Mario Fantini.
Per poter stabilire solidi contatti coi partigiani sloveni, le due famiglie si trasferirono a Vipulzano (nel Goriziano sloveno) nel 1942.
Ebbe così inizio l’attività partigiana di Modotti, che partecipò alla battaglia di Gorizia e divenne comandante del Battaglione “Garibaldi”, attivo inizialmente sul Collio e poi costretto a spostarsi a Montefosca per uscire dall’area di competenza del IX Korpus sloveno. Insieme al Battaglione “Pisacane”, il “Garibaldi” attaccò il 1° novembre 1943 il presidio tedesco di Vedronza (Lusevera).
L’impresa fu fallimentare e decimò il battaglione; anche per questo motivo esso fu sciolto per decisione dello stesso Modotti, che fu destinato alla Valcellina, dove divenne comandante della Brigata “Bixio” e della formazione garibaldina “Ippolito Nievo A”, che realizzò un comando unificato con le “Osoppo”. Catturato a Bicinicco (Udine) da un reparto delle Brigate Nere a seguito di una delazione, fu condotto alla caserma “Piave” di Palmanova, dove fu torturato. Insieme ad altri 28 partigiani fu infine fucilato nelle carceri di Udine il 9 aprile 1945.
Bibliografia
- Di Gianantonio, voce Mario Modotti, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022
- L. Raimondi Cominesi, Mario Modotti “Tribuno”. Storia di un comandante partigiano, IFSML, Udine 2002
Mario Modotti
(dal sito MediaArchiveFVG, codice fotografia FFANPIUD_0305. Archivio fotografico della sezione ANPI di Udine)