La battaglia di Gorizia fu il primo scontro in Italia che vide coinvolte unità partigiane. Nello specifico, a fronteggiare i tedeschi (che avevano occupato la città il 12 settembre 1943) ci furono circa 4000/5000 tra partigiani sloveni, membri della Brigata “Proletaria”, vari partigiani dell’Isontino, della Bassa friulana e della Bisiacaria oltre ad alcuni reparti del Regio Esercito tra cui l’82° Reggimento della Divisione di fanteria “Torino” al comando del generale Bruno Malaguti. Buona parte dei partigiani era composta da operai delle fabbriche e dei cantieri di Monfalcone, alcuni dei quali il 10 settembre avevano distrutto gli aerei e parte degli hangar presenti nell’aeroporto di Ronchi dei Legionari. I principali teatri dello scontro furono la periferia meridionale della città, l’aeroporto di Merna, la frazione di Marcottini e la stazione centrale. Dapprima occupata dai partigiani, quest’ultima fu poi riconquistata dai tedeschi (che controllarono il centro cittadino, mentre i partigiani erano attestati in periferia e specialmente sulle colline circostanti), che vinsero la battaglia a seguito di un’offensiva lanciata il 22 settembre, che pose fine allo stallo e liberò l’area dai partigiani. Furono arrestati e deportati in Germania circa 3000 militari italiani che avevano combattuto al fianco dei partigiani.
Bibliografia
- A. Buvoli, F. Cecotti, L. Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine 1943-1945, Istituto regionale storia movimento liberazione, Istituto friulano Storia Movimento Liberazione, Istituto provinciale Storia Movimento Liberazione, Centro isontino di ricerca “Leopoldo Gasparini”, Trieste – Udine – Pordenone – Gradisca d’Isonzo 2006, pp. 51-53
- A. Di Gianantonio, F. Benolich, voce La battaglia di Gorizia, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022