Protagoniste della liberazione del Friuli furono diverse divisioni e brigate garibaldine e osovane nonché le brigate GAP “Battisacco”, “Montina”, “13 Martiri” e “Autonoma”.
Il 27 aprile, il Centro di mobilitazione della “Garibaldi-Natisone” attaccò i reparti cosacchi presenti a Faedis riuscendo a liberare la località e i dintorni.
Il 28 aprile lo scontro fu perso da tedeschi e cosacchi a Codroipo, Sedegliano e Portogruaro mentre Azzano Decimo fu liberata dopo due giorni di combattimento, quindi il 30 aprile.
Nella prima decade di maggio avvennero infine scontri nelle Alpi Giulie e Carniche provocati dai partigiani delle Brigate “Garibaldi-Nord” e della Brigata “Picelli” (coadiuvati da reparti osovani) contro colonne tedesche in fuga verso l’Austria.
La liberazione di Pordenone fu anticipata da scontri che coinvolsero tra il 27 e il 28 aprile truppe tedesche e garibaldini della Brigata “Anthos” a Villanova di Pordenone, Fratte di Azzano Decimo e Cimpello di Fiume Veneto, mentre il 29 aprile la Brigata garibaldina “Dante Di Nanni” liberò Cordenons e la XV Brigata “Osoppo” l’area del Meduna. Alla luce di questo status quo, i partigiani contattarono il comando tedesco presente a Pordenone per intavolare una trattativa per l’abbandono della città da parte tedesca, che avvenne.
Il 30 aprile la città risultò così liberata dai tedeschi ma non da reparti collaborazionisti e franchi tiratori, che furono sgominati nei giorni seguenti.
Più complessa fu la liberazione della Carnia dato l’ingente numero di cosacco-caucasici ivi stanziatisi e la prossimità con l’Austria. Per questo motivo tale regione fu concepita dai tedeschi come un vero e proprio bastione alle propaggini meridionali del Reich.
Alla fine di aprile, le unità osovane e garibaldine presenti in loco preparano l’offensiva, mentre il 2 maggio la cittadina di Ovaro insorse spontaneamente.
L’insurrezione fu però repressa dai cosacchi, che giustiziarono 18 civili. Un importante scontro avviene a valle del Passo di Monte Croce Carnico e a Tolmezzo, che fu liberata il 5 maggio. Entro cinque giorni l’intera Carnia fu a sua volta liberata, anche grazie all’approssimarsi dei primi reparti anglo-americani.
Bibliografia
- A. Buvoli, F. Cecotti, L. Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine 1943-1945, Istituto regionale storia movimento liberazione, Istituto friulano Storia Movimento Liberazione, Istituto provinciale Storia Movimento Liberazione, Centro isontino di ricerca “Leopoldo Gasparini”, Trieste – Udine – Pordenone – Gradisca d’Isonzo 2006, pp. 131-133, 154
- G. Gallo, La Resistenza in Friuli. 1943-1945, IFSML, Udine 1988, pp. 237-257, 266-629