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Operazione Waldläufer in Carnia e Alto Friuli (8-22 ottobre 1944)

L’Operazione Waldläufer, organizzata dal Führungsstab für Bandenkämpfung e diretta dal generale Kintrup (comandante della Ordnungpolizei nell’OZAK), fu divisa in tre fasi ben distinte: le prime due furono rivolte verso la Carnia propriamente detta e durarono dall’8 al 15 ottobre; la terza (svoltasi nelle restanti giornate) ebbe luogo nell’area meridionale della Repubblica partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli.
I circa 2000 partigiani erano inquadrati in due formazioni principali: le brigate “Garibaldi-Nord” e la 2a Brigata Pal Piccolo-Carnia (osovana).
I tedeschi (coadiuvati da reparti cosacchi e italiani) avevano a loro disposizione tra le 18 e le 20.000 unità.
Al III. Battaglione SS.Pol.Rgt.15 fu affidato l’incarico di evacuare la popolazione civile dell’area compresa tra i 16 e i 45 anni.
I primi scontri si verificarono a Casanova di Tolmezzo, a cui seguirono rappresaglie e violenze contro la popolazione civile. In seguito le truppe nazi-fasciste, coadiuvate da reparti cosacchi e caucasici suddivisi in due colonne, risalirono la valle del torrente Bût e raggiunsero la Val Calda e la Valle del Degano mentre altre formazioni valicarono il Passo Monte Croce Carnico e attaccarono da nord.
Il 12 ottobre 1944, un’ulteriore colonna partì da Tolmezzo in direzione Verzegnis. La mattina del 14 ottobre i primi reparti cosacchi giunsero ad Ampezzo ed ebbero inizio gli scontri nella Valle del Tagliamento. Nei giorni seguenti una colonna cosacca, muovendo da Ampezzo e potenziata da rinforzi tedeschi, si spostò in direzione del Monte Rest. Il 13 ottobre il Kampfgruppe capeggiato dall’SS-Sturmbannführer Ernst Lerch oltrepassò il confine italo-austriaco giungendo a Forni Avoltri e da lì a Fleons di Sopra e Fleons di Sotto, dove furono rastrellati uomini e donne e individuati 25 uomini che furono deportati in campi di lavoro in Germania. Mentre le prime due fasi dell’Operazione ebbero esito positivo, altrettanto non si può sostenere per la terza, dato che le forze tedesche non riuscirono a sfondare la linea partigiana, pertanto ripiegarono.

Bibliografia

  • Di Giusto, Operationszone Adriatisches Küsterland. Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943- 1945, IFSML, Udine 2005, pp. 529-534

  • Buvoli, F. Cecotti, L. Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine 1943-1945, Istituto regionale storia movimento liberazione, Istituto friulano Storia Movimento Liberazione, Istituto provinciale Storia Movimento Liberazione, Centro isontino di ricerca “Leopoldo Gasparini”, Trieste – Udine – Pordenone – Gradisca d’Isonzo 2006, pp. 95-96

  • G. Liuzzi, Violenza e repressione nazista nel Litorale Adriatico 1943-1945, IRSML-FVG, Trieste 2015, pp. 349-355