Il 29 aprile il CLN di Gorizia e l’OF crearono un unico Comando militare per coordinare l’insurrezione e la liberazione della città, nella cui periferia già da metà aprile erano presenti unità partigiane slovene (mentre in città agiva la Brigata SAP “Isonzo”).
Le forze tedesche in città disponevano di 3000 unità, asserragliate perlopiù nella caserma di viale Trieste.
Ciononostante nella notte tra il 29 e il 30 esse abbandonarono la città in direzione di Udine e in parte verso il confine austriaco tramite la ferrovia Transalpina. Le unità partigiane italo-slovene poterono così entrare in città e armare i cittadini per creare delle milizie ausiliarie.
Su ordine del CLN, i carabinieri liberarono i detenuti politici prima di abbandonare la città e acquartierarsi nei pressi di Vipulzano.
Il 30 aprile alla periferia della città giunsero nel frattempo 9.000 cetnici, contro i quali fu ingaggiata un’aspra battaglia nel centro cittadino e nei quartieri di Piuma, Oslavia e Sant’Andrea, durante la quale i cetnici si resero autori di diverse violenze contro i civili.
Il 1° maggio i cetnici si ritirarono sulle alture circostanti mentre quel pomeriggio la città fu raggiunta dal IX Korpus sloveno, che la liberò definitivamente dai tedeschi e vi mise in atto le politiche di repressione dei “nemici del popolo” ovvero tutti gli oppositori alla linea annessionistica-rivoluzionaria jugoslava, compresi alcuni membri del CLN.
Il giorno seguente infine giunsero primi reparti della 2a Divisione neozelandese.
Monfalcone fu invece riconquistata il 1° maggio grazie all’azione congiunta dei partigiani della Brigata “Garibaldi-Trieste” e della Brigata slovena “Ivan Gradnik”, coadiuvati dagli operai delle fabbriche monfalconesi.
Bibliografia
- A. Buvoli, F. Cecotti, L. Patat (a cura di), Atlante storico della lotta di liberazione italiana nel Friuli Venezia Giulia: una Resistenza di confine 1943-1945, Istituto regionale storia movimento liberazione, Istituto friulano Storia Movimento Liberazione, Istituto provinciale Storia Movimento Liberazione, Centro isontino di ricerca “Leopoldo Gasparini”, Trieste – Udine – Pordenone – Gradisca d’Isonzo 2006, pp. 155-156
- G. Gallo, La Resistenza in Friuli. 1943-1945, IFSML, Udine 1988, pp. 261-265