Dal luglio 1944 fino ai primi di maggio 1945 formazioni collaborazioniste dei tedeschi composte da cosacchi del Don, del Kuban’, del Terek e dell’Ural e da caucasici (osseti, cabardini, georgiani, armeni) nonché, in misura minore, da turkestani e slavi (polacchi e russi) giunsero in Friuli con al seguito interi nuclei familiari per un totale di 30-35.000 unità.
Questa migrazione faceva parte della cosiddetta Operazione Ataman, organizzata dal comando militare tedesco dell’OZAK, il cui scopo era quello di trasferire in Friuli queste unità collaborazioniste per un duplice motivo: ricompensarli per il loro sostegno alla causa tedesca sul fronte orientale e dare nuovo impulso alla lotta antipartigiana.
I cosacco-caucasici si insediarono quindi in Carnia, nella Pedemontana, in Alto Friuli e nel Friuli orientale, nella cosiddetta “Kosakenland in Nord Italien” (con capitale Tolmezzo), e contribuirono alla distruzione delle due zone libere tra settembre e dicembre 1944 dando vita ad atroci azioni di violenza contro i civili. Tra i loro comandanti figurano il generale Sultan Ghirey-Kitsch e gli atamani Timofej I. Domanov e Pëtr N. Krasnov.
Nel maggio 1945 i cosacco-caucasici (tanto i militari quando i civili) abbandonarono il Friuli a seguito dell’andamento della guerra e raggiunsero l’Austria, dove si arresero ai britannici.
Bibliografia
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