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ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI

Nato in data ignota a Lubiana, commesso commerciale, collaborò con l’OF e fu catturato dall’esercito italiano, che lo internò nel campo di Gonars.
Dopo l’8 settembre 1943, liberato, si unì alla lotta partigiana sul Collio, diventando informatore della 17a brigata “Simon Gregorčič”.
Dal gennaio 1944 diresse il centro informazioni del distaccamento partigiano presente sul Collio, dove qualche mese dopo (in data incerta) fu arrestato in casa della partigiana Zora Rusjan a San Martino di Quisca (Kozana). A seguito dell’arresto decise di collaborare con l’Ispettorato Speciale di PS per la Venezia Giulia, rendendosi così responsabile dell’individuazione e del conseguente arresto di diversi partigiani italiani e sloveni presenti nel Triestino.
Divenuto quindi uno stretto collaboratore di Gaetano Collotti, lo seguì nella sua fuga da Trieste nell’aprile 1945 e fu con lui individuato a Carbonera, nel Trevigiano, da una squadra partigiana comandata da Piero Slocovich.
Secondo Luigi Papo (citato da Claudia Cernigoi), Seliška fu giustiziato a Carbonera insieme ad altri sette degli agenti dell’ispettorato fermati dai partigiani: oltre allo stesso Collotti, Pierina Martorelli, Francesco Giuffrida, Bruno Pacossi, Mauro Padovan, Nicola Alessandro, Ciro Ferri.

Bibliografia

  • Cernigoi, La “Banda Collotti”. Storia di un corpo di repressione al confine orientale d’Italia, Kappa Vu, Udine 2013, ad nomen

  • Karlsen, La distruzione del PCI e della rete della VOS-VDV a Trieste nel 1944 alla luce di documentazione inedita, in P. Karlsen, L.G. Manenti (a cura di), Il comunismo nell’area Alpe-Adria. Protagonisti, miti, demistificazioni, in “Qualestoria”, 1, 2019, pp. 94-108

  • Rapporto Zovič versione italiana integrale da fondo Iaksetich, Archivio Irsrec FVG, ivi, p. 115 n.