ANTIFASCISTI E MILITARI COLLABORATORI DEI PARTIGIANI
Nato a Cormons (Gorizia) il 6 agosto 1917, aderì da giovane alla rete comunista clandestina attiva nel Goriziano. Individuato dalle forze dell’ordine, fu arrestato nel gennaio 1935 e condannato a un anno e quattro mesi di carcere dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Caduto il regime, fu tra i promotori della Resistenza sul Collio, dove il 12 settembre formò insieme a una quindicina di antifascisti cormonesi il Battaglione “Garibaldi” comandato da Tribuno (Mario Modotti) e Maks (Mario Karis), vicecomandanti Mark (Pietro Mercandel) e Lisi (Ferdinando Marega). In seguito il battaglione si spostò a Montefosca per evitare di porsi sotto il comando del IX Korpus sloveno (dato che il Collio rientrava nell’area di sua competenza) e si disperse a seguito di attacchi tedeschi. Nell’aprile 1944 Marini fu nominato commissario del battaglione garibaldino “Mazzini” costituitosi sul Collio sotto la guida di Sasso (Mario Fantini) e Vanni (Giovanni Padoan). In seguito divenne commissario della brigata “Picelli” (che partecipò alla liberazione, costituzione e presidio della Zona Libera del Friuli orientale) e della divisione di formazione “Garibaldi-Est”. Nel dopoguerra ebbe ruoli di primo piano all’interno della direzione del PCI nell’Isontino e nel Pordenonese e fu attivo nell’ANPPIA e nell’ANPI. Morì a Gorizia il 13 agosto 2006.
Bibliografia
- A. Di Gianantonio, voce Vincenzo Marini, in P. Karlsen (a cura di), Dizionario della Resistenza alla frontiera alto-adriatica. 1941-1945, Gaspari, Udine 2022