Tra il 20 e il 30 gennaio 1945 sembra si siano svolte trattative tra alcuni comandi osovani e omologhi della X MAS. A fungere da tramite fu Maria Pasquinelli, insegnante, la quale riteneva necessario creare un blocco anticomunista e antistavo per difendere il “confine orientale” dall’invasione degli “slavo-comunisti”.
Pasquinelli fu contattata dal tenente Cino Boccazzi (ufficiale che aveva partecipato alla missione alleata Nicholson in Carnia e che, catturato, accettò di fungere da mediatore tra la X MAS e i partigiani), il quale gli disse che i comandi osovani erano disposti a interloquire col capitano Morelli, comandante del Battaglione “Valanga” della X MAS.
A fine gennaio a Vittorio Veneto, quindi, Morelli incontrò Candido Grassi “Verdi” e lo stesso Boccazzi: sembra che il dirigente osovano abbia proposto all’ufficiale fascista il passaggio degli uomini della X MAS nelle file osovane per combattere contro i tedeschi come unica soluzione accettabile, per riscattarli dal loro passato.
Fu comunque un contatto esplorativo che sembra abbia portato alla costituzione di un presidio congiunto a Ravosa (nord-est di Udine) nel gennaio 1945, attivo fino alla liberazione, avente come fine quello di arginare le violenze cosacche nei dintorni, ma sulla reale composizione delle unità attive in tale presidio le fonti sono discordanti.
Bibliografia
- D. Franceschini, Porzûs. La Resistenza lacerata, IRSML FVG, Trieste 1998, pp. 62-72.