La presenza dei partiti comunisti italiano e jugoslavo nel Litorale fu significativa al punto da renderli i principali attori politici presenti in loco.
Furono loro che egemonizzarono nella Venezia Giulia la Resistenza grazie alle loro organizzazioni di massa tra cui Delakska Enotnost – Unità Operaia (inizialmente nota come Delavsko Bratstvo, “Fratellanza Operaia”), un’organizzazione di massa italo-slovena fondata nel dicembre 1942 a seguito di accordi presi tra il segretario della federazione giuliana del PCd’I Davilla (Vincenzo Marcon) e Branko Babič, segretario del Fronte democratico italo-sloveno di competenza per il Litorale.
La fondazione di tale organizzazione fu il primo risultato concreto della collaborazione tra comunisti italiani e sloveni che portò, qualche mese dopo, alla creazione altresì del comitato del PCd’I nel Litorale (guidato da Marcon) che aveva competenze anche nei centri industriali di Monfalcone e Muggia e che contava circa 550/600 membri, 400 dei quali a Monfalcone.
A seguito degli accordi di aprile 1944 tra PCd’I e KPS il progetto fu riportato in auge e alla sua testa fu posto Rado (Franc Štoka).
Altri dirigenti furono Stane Bidovec, Ermanno Solieri, Alessandro Destradi e Giovanni Pobega.
In poco tempo tale organizzazione riuscì a raccogliere migliaia di aderenti che si distinsero in diverse ed efficaci azioni di fiancheggiamento dei partigiani.
Bibliografia
- IFSML, Fondo Giorgio Iaksetich, b. senza numerazione (3?), Davilla (dattiloscritto di B. Babić s.d. ma posteriore al 1978), pp. 1-2
- M. Pacor, Confine orientale. Questione nazionale e Resistenza nel Friuli e Venezia Giulia, Feltrinelli, Milano 1964, p. 216